Ho notato che, quando uno
vuole rimproverare oppure detesta qualcun altro (che per comodità chiamerò “Tizio”),
esordisce sempre sostenendo di stimare molto, o addirittura moltissimo, Tizio
stesso.
Così, se uno inizia dicendo
“Il signor Tizio, che stimo moltissimo…” state pur certi che proseguirà dicendo
che Tizio ha detto, o fatto, o scritto, una cazzata, una cosa ridicola, una
inesattezza, una oscenità, etc... Oppure che Tizio è definitivamente
rincoglionito.
I più onesti aggiungono un
“peraltro”, avverbio preparatorio alla stroncatura successiva: “Tizio, che peraltro stimo molto, etc…”).
Ormai è talmente una
consuetudine, che appena sento dire da qualcuno che egli stima molto, o
moltissimo, qualcun altro, capisco subito che l’oggetto di tanta stima è in
realtà ritenuto un minus habens.
Perciò, anch’io, quando
voglio insultare qualcuno, gli dico “Sai, io ti stimo moltissimo”.
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Al termine di uno spot
televisivo della passata di pomodoro Mutti (“Mai
vista una passata così”), compare anche l’inconfondibile “f” con la scritta
“Seguici su facebook”.
Ecco, mi piacerebbe
conoscere qualcuno che segue su facebook la passata di pomodoro Mutti; dev’essere
una persona interessante.
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